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Progetto didattico del CdL in Matematica

La lettera a don Benedetto Castelli

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Galileo fu informato da Niccolò Arrighetti, nobile fiorentino dell’epoca, del successo di Benedetto Castelli presso lo Studio (Università) di Pisa, ma anche dell’occasione presentatasi a quest’ultimo di esporre il sistema copernicano durante un banchetto granducale alla presenza di Cosimo II e della Granduchessa Madama Cristina di Lorena. Questo episodio fu citato da Galileo all’inizio della Lettera a don Benedetto Castelli, nella quale egli considerò l’interpretazione delle Sacre Scritture e partendo dal passo di Giosuè fondò le sue argomentazioni a favore del sistema copernicano. Inizialmente dichiarò che:

1) La Sacra Scrittura non può né errare né mentire, tuttavia potrebbero essere gli stessi interpreti ed espositori a commettere errori.

2) La Sacra Scrittura e la Natura sono entrambe concepite dal "Verbo Divino", la prima dettata dallo Spirito Santo, la seconda esecutrice rigorosa degli ordini di Dio.

3) Per essere compresa dagli uomini la Sacra Scrittura utilizza un linguaggio figurato, determinando diverse interpretazioni.

4) La Natura, immutabile, segue leggi rigorose e con dovuti strumenti può essere osservata e studiata.

Considerando il passo di Giosuè:

Quel giorno, quando il Signore diede a Israele la vittoria sugli Amorrei, Giosuè pregò il Signore e gridò alla presenza di tutti gli Israeliti: Sole, fermati su Gabaon! e tu, luna, sulla valle di Aialon!. Il sole si fermò, la luna restò immobile, un popolo si vendicò dei suoi nemici. Questo non è egli scritto nel Libro del Diritto? Il sole adunque si arrestò in mezzo del cielo, e non si affrettò a tramontare, per lo spazio d’intorno ad un giorno intiero.

Considerando il sistema tolemaico-aristotelico, Galileo spiegò che:

1) Il Sole ha due movimenti, ma solo uno è suo proprio e caratteristico cioè quello annuo da OVEST-EST, mentre l’altro da EST-OVEST ossia il movimento diurno dipende dal Primo Mobile.

2) Per ottenere un prolungamento della diurna illuminazione, che è lo scopo di Giosuè, è necessario arrestare il movimento diurno. Questo significa, per il punto 1), fermare il Primo Mobile e non il Sole.

3) Considerando il significato letterale del passo di Giosuè e quindi arrestando il moto proprio del Sole cioè quello annuo, si giungerebbe più velocemente al tramonto poiché la Sfera che contiene il Sole persevera nel suo movimento da EST- OVEST.

4) Se Dio avesse fermato completamente il moto del Sole avrebbe dovuto arrestare anche la Sfera che lo contiene, lasciando scorrere le rimanenti, causando così un perturbamento dell’intero sistema.

5) Con i punti 3) e 4) Galileo evidenziò che il passo biblico e il sistema tolemaico-aristotelico non sono compatibili.

6) In Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari e loro accidenti, Galileo intuì l’importanza delle macchie solari per provare che il Sole ruota su se stesso conferendo tale moto ai pianeti compresa la Terra. Nel sistema di Copernico senza alterazion delle parole della Scrittura, si può, col fermar il Sole, allungar il giorno in Terra


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