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Progetto didattico del CdL in Matematica

Speranze e delusioni di Janos Bolyai sulla via della geometria non euclidea


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di Michela Gasperoni

Janos Bolyai (1802-1860) è spesso ricordato come colui che, insieme con Gauss e Lobachevsky, divide il merito della scoperta delle geometrie non euclidee. Furono necessari più di duemila anni, e un notevole numero di tentativi da parte di svariati matematici, prima che qualcuno riuscisse a dimostrare l’impossibilità di dedurre il V postulato di Euclide dagli altri quattro. Quando Wolfgang Farkas capì il completo significato della formidabile scoperta del figlio Janos, lo incoraggiò caldamente a pubblicare il suo lavoro come appendice del proprio Tentamen, opera prossima alla pubblicazione:[1]


«Se la cosa è veramente riuscita è conveniente affrettarsi a renderla di pubblica ragione per due motivi: primo perché le idee passano facilmente da uno in un altro, che in seguito le può pubblicare prima; in secondo luogo perché c’è anche qualche verità in ciò, che parecchie cose hanno un’epoca, nella quale esse sono trovate allo stesso tempo in più luoghi, precisamente come in primavera le violette da ogni parte vengono alla luce; e poiché ogni lotta scientifica è solo una gran guerra, alla quale non so quando seguirà la pace, si deve, quando si può, vincere, poiché qui il vantaggio spetta al primo.»


Nonostante le sue parole, neppure Farkas stesso poteva supporre quanto i suoi presentimenti si sarebbero rivelati una predizione.


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