logounife
Progetto didattico del CdL in Matematica

Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari di Galileo Galilei

nome dell'immagine

In risposta alle teorie di Scheiner sulle macchie solari, Galileo espose le sue osservazioni e studi in tre lettere inviate a Mark Welser, raccolte e pubblicate nel 1613 a cura dell’Accademia dei Lincei con il titolo: Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari e loro accidenti.

Nella prima lettera, datata 4 Maggio 1612, Galileo non si sbilanciò rispetto alla natura delle macchie solari, sostenne non essere sufficientemente stato dimostrato che esse fossero esterne al Sole: non però affermo o nego che le siano nel Sole, ma solamente dico non esser a sufficienza stato dimostrato che le non vi siino.

Nella seconda lettera, datata 14 Agosto 1612, Galileo evidenziò gli errori commessi dallo Scheiner dimostrando, co’l mezo di manifeste ripugnanze, e contradizioni, che le macchie non erano né erranti, né fisse, né stelle e che non si muovino intorno al Sole in cerchi separati e lontani da quello. Espose con estrema cautela la sua idea basandosi su tre certezze: le macchie si muovono o dissolvono continuamente, la loro posizione appare contigua alla superficie solare, sono simili a nubi portate in giro dal Sole durante il suo movimento attorno all’asse di rotazione. Dall’osservazione e studio di queste si viene in cognizione, prima, che il corpo del Sole è assolutamente sferico, secondariamente, ch’egli in se stesso, e circa il proprio centro si raggira, portando seco in cerchi paralleli le dette macchie, e finendo una intera conversione in un mese lunare in circa. A sostegno di queste affermazioni, usando il metodo di Benedetto Castelli, allegò e commentò al termine dell’epistola alcuni disegni di macchie solari osservate tra il Giugno e l’Agosto 1612.

Nella terza lettera, datata 1 Dicembre 1612, Galileo criticò i suoi colleghi di essere troppo legati agli scritti di Aristotele affermando che: non vogliono mai sollevare gli occhi da quelle carte e si guardano bene dallo studiare questo gran libro del mondo, come se fosse scritto dalla natura per non esser letto da altri che da Aristotele, e che gli occhi suoi avessero a vedere per tutta la sua posterità.

Nonostante la specificità dell’argomento, queste lettere costituirono la prima opera in cui Galileo diede vita ad un nuovo approccio per studiare il mondo fisico, delineando il metodo di una vera e propria philosophia naturalis radicalmente alternativa a quella della tradizione aristotelica.


Introduzione | Osservazione delle macchie solari | Le Lettere Teologiche | Bibliografia | Sitografia