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Progetto didattico del CdL in Matematica

Delitti pitagorici


romanzo di Tèfkros Michailìdis

Il romanzo mette in parallelo due delitti accaduti a distanza di millenni: uno ambientato nella Grecia del V secolo a.C. e l’altro nell’Atene nel XX secolo.
Il primo si riferisce a Ippaso di Metaponto, matematico pitagorico che si racconta esser stato ucciso dai colleghi per aver fatto una sensazionale scoperta matematica, che avrebbe fatto crollare l’intero impianto della filosofia pitagorica: l’incommensurabilità tra la diagonale e il lato di un quadrato.
Il secondo riguarda la morte del matematico Stèfanos Kandartzìs e viene raccontata da un amico e collega del defunto, Mihaìl Ingherinòs. L’autore narra come i due matematici si siano conosciuti nel 1900 e come sia proseguita la loro vita fino al 1929, anno del delitto. Il romanzo si conclude con la confessione dell’omicidio da parte di Mihaìl.
Solo a questo punto si capisce il parallelo con la leggenda di Ippaso, Stèfanos infatti viene ucciso per l’annuncio fatto di aver scoperto un algoritmo di controllo della compatibilità e completezza di un gruppo di assiomi, scoperta che avrebbe segnato la fine della matematica come attività creativa. In realtà successivamente Mihaìl avrebbe scoperto grazie a Gödel e al suo teorema che tale algoritmo non può esistere e che, quindi la presunta dimostrazione era fallace.
Si lascia al lettore di scoprire personalmente come è andata a finire la vicenda di Mihaìl.


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