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Progetto didattico del CdL in Matematica

L'Evariste Galois di Luca Viganò: un tragico eroe romantico


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Evariste Galois, nato il 25 ottobre 1811, morì a Parigi il 31 maggio 1832 in seguito alle ferite riportate in duello; Luca Viganò ha scelto che ad ucciderlo fosse un amico fraterno. Aveva solo vent’anni, ma aveva già "troppo vissuto". Perché quella fine assurda?
Galois è un matematico rivoluzionario e innamorato, profondamente deluso dalla vita. Vani i tentativi di far accettare i suoi lavori all’Accademia delle scienze e ci sarebbero voluti decenni prima che la comunità scientifica apprendesse appieno la portata dei suoi risultati. Inutili i tentativi di superare l’esame di ammissione all’Ecole Polytechnique. Inoltre, fu respinto dalla giovane Stefanie. Galois risulta essere, in scena, un personaggio poliedrico: geniale matematico, attivista politico e ragazzo innamorato, intimorito dalla vita.
Il matematico/scienziato viene rappresentato come un genio asociale, ai limiti dell’autismo, incapace di avere qualunque tipo di rapporto con chi lo circonda. Galois riveste il ruolo dell’eroe che abbandonato il villaggio di nascita, per portare il fuoco della conoscenza altrove, non ne farà più ritorno. Il suo viaggio lo ha allontanato troppo anche dal villaggio umano che ormai parla un altro linguaggio rispetto a lui. Si scopre "altro" e incapace di comunicare. Cerca di cambiare il mondo, di ribellarsi allo status quo. Viganò ha fatto convivere tutte e tre le passioni in contemporanea, tre avventure più grandi di lui in cui Galois fallirà; sceglie quindi di morire per liberarsi da questi fardelli insopportabili. Anche la sua matematica diviene un fardello in quanto sostanzialmente non è apprezzata: i suoi contemporanei non sono in grado di comprenderla e anzi lo smacco dell’attribuzione ad Abel, un altro grande matematico contemporaneo a Galois. Ciò che importa all’autore è che lo spettatore percepisca queste passioni, non necessariamente devono essere spiegate a fondo in quanto frenerebbe la tensione della scena e sarebbe controproducente dal punto di vista drammaturgico. Lo spettatore deve intuire e partecipare al conflitto, di condividere l’eccitazione e le pene di Galois causate dalla Matematica e dalla Storia. La matematica è stata volutamente inserita rendendola un elemento narrativo, teatrale di primo piano, analogamente alla Storia. La matematica, nel susseguirsi delle scene, diviene sempre più geniale, frenetica e meno comprensibile dagli altri personaggi e dagli spettatori; essa rappresenta l’evoluzione dello stato d’animo di Galois. Intorno alla sua "teoria dei gruppi" , Viganò ha costruito un gioco sulle relazioni e l’impossibilità di alcune, come nell’algebra di Galois; la matematica si integra e contribuisce alla storia individuale.
Fallite queste due passioni, la terza umanamente più importante è quella dell’Amore. L’autore immagina che Stéphanie fosse promessa sposa del migliore amico di Galois, Vincent Duchatelet. Il personaggio di Galois è amato e odiato: amato dal suo insegnante di matematica al collegio, Louis- Paul-Emile Richard, che ne capisce il genio matematico, da Francois-Vincent Raspail presidente della rivoluzionaria società degli Amici del Popolo che ne riconosce l’afflato politico. Da Vincent e August come un fratello. Stephanie lo ammira tanto da portare Galois a fraintendere tale ammirazione come attrazione sessuale, che porterà al duello finale. Ma è anche odiato: dal professore Siméon-Denis Poisson che lo boccia all’esame al Polytechnique, e da Joseph-Daniel Guigniault, direttore dell’Ecole Preparatoire di Parigi. Ma soprattutto, Galois odia se stesso, si disprezza, è incapace di volersi bene o tollerare i propri difetti (arroganza e irruenza), consapevole che questi siano un piccolo prezzo da pagare per il suo genio.
Fino al tragico epilogo: Galois sceglie un "suicidio" per mano di Vincent.


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