La messa in scena

Il film si articola tra scene e dialoghi degli attori ed interventi significativi di biografi, storici e matematici che esplicano le vicende, ne continuano il racconto, facendo quindi da filo conduttore nella vita di Galois, oltre a dare chiarimento e argomentazioni.
Il regista sceglie di riportare le date su lavagne o simile per scandire il trascorrere del tempo, oltre a farlo mediante le narrazioni spesso rivolte direttamente al pubblico, ottimo escamotage per coinvolgere, stimolare e mantenere elevata l’attenzione dei presenti alla visione del film. Utili ed efficaci le spiegazioni circa il perché e l’importanza di un film incentrato sulla figura del matematico Galois; Ansano Giannarelli afferma che Galois rinnova la concezione della matematica. Porta in scena un Galois che si contraddistingue dalle altre personalità: deciso, coinvolgente, incombente ma anche ironico, beffardo e consapevole delle sue enormi capacità intellettuali.
Il film però è fortemente incentrato sulla vita politica del matematico, i suoi coinvolgimenti con la giustizia e la partecipazione agli eventi che toccarono la Francia degli anni trenta dell ’800. A mio parere, pochi gli scorci dedicati alla figura innovatrice di Galois in campo matematico anche se, come noto, la matematica in scena può solo essere intuita e non spiegata. Notevole però la personalità che ne emerge; facile per lo spettatore proiettarla nei suoi studi e scoperte. Impavido nei suoi vent’anni vissuti intensamente e a volte irrazionalmente, Galois fa emergere l’approccio ad una matematica che, come afferma il prof. Richard "non presenta problemi insolubili, ma solo non risolti".
Una sfida quindi che il matematico francese ha accettato e vinto, nonostante i nemici politici che, in modo evidente, hanno influito negativamente, ostacolandone e impedendo un riconoscimento che riceverà solo dopo la morte.

Anno Accademico

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