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La Storia della matematica: un mediatore culturale
La scuola è luogo in cui il presente è elaborato nell’intreccio
tra passato e futuro, tra memoria e progetto
(Indicazioni per il curricolo-2007)
Spesso si ricorre alla progettazione di percorsi di educazione interculturale avulsi dal curricolo o dalle discipline. La presenza di tante culture nella classe ha reso difficile il ricorso a questa modalità, ma ha fatto emergere ciò che di multiculturale era nascosto nel nostro insegnamento tradizionale. E così ci si è avvalsi della
storia della matematica per far comprendere che la
conoscenza è un patrimonio di tutti e gli oggetti
matematici hanno radici lontane nel tempo e nello spazio.
Semplici approfondimenti storici sono stati utili anche
per guardare da una prospettiva diversa questa disciplina, spesso ritenuta rigida e immutabile, e
per tentare di rispondere alla classica e frequente domanda
dei nostri studenti: <ma chi ha
inventato la matematica?>
Si riporta un elenco dei temi trattati e si
rimanda a questo
link per
maggiori approfondimenti.
I primi numeri
La necessità di misurare, di
dividere e distribuire ricchezze hanno favorito l’origine
della scrittura. Alla fine del terzo millennio le civiltà
degli egizi e dei mesopotamici iniziarono a correlare
diversi sistemi di numerazione fino ad allora tenuti ben
separati, erano in grado cioè di calcolare aree e volumi
ricavandoli dalle misure di lunghezza.
Entrambe le civiltà svilupparono un sistema di numerazione astratto anche se lo rappresentavano in maniera differente. I mesopotamici utilizzavano come base per i loro calcoli il sessanta
e svilupparono il primo sistema numerico posizionale conosciuto,
gli Egizi avevano come base il dieci ma la loro scrittura era
additiva, avevano cioè simboli diversi per le decine, centinaia…
I babilonesi inventarono un nuovo simbolo lo zero, che
veniva rappresentato inizialmente con uno spazio poi con un
simbolo grafico, ma si dovette aspettare ancora molto tempo
perchè quel simbolo indicasse un numero, lo zero.
Alcune
fonti documentarie testimoniano che i giovani scribi dovevano esercitarsi in due tipi di situazioni: imparare a usare tavole numeriche per eseguire calcoli complessi e risolvere problemi. Lo scopo era un addestramento tecnico e non
tanto l’applicazione pratica. Venivano presentati classi di
problemi a cui riferirsi nel momento in cui dovevano
risolverne un nuovo.
Secondo
molti studiosi conoscevano e applicavano la relazione fra i
lati di un triangolo rettangolo e
calcolavano la radice quadrata di due fino alla quarta cifra
decimale (1) |
La matematica ellenistica
La figura di Pitagora è immersa nel mistero.
Secondo diverse fonti biografiche pare abbia avuto grandi maestri e abbia viaggiato molto. In oriente ha appreso la geometria
e l'astronomia. Ha fondato una scuola che poteva essere
frequentata anche da donne, in cui il numero era considerato
l'essenza di tutte le cose. Pitagora sarà costretto a chiudere
la scuola per le persecuzioni da parte di avversari politici.
E' conosciuto da tutti per il famoso teorema, anche se la relazione fra i lati del triangolo rettangolo era nota ai Babilonesi, agli egizi e ai Cinesi. La tradizione attribuisce a Pitagora la scoperta della progressione armonica delle note della scala musicale
Euclide è noto per l'opera in 13 volumi
<GLI ELEMENTI> in cui viene descritta la geometria che si
può costruire usando solo la riga e il compasso. Con questa
opera la Matematica ha raggiunto una sua autonomia e un suo
rigore formale.
Riuscì inoltre a dimostrare che i numeri primi sono infiniti. |
Notazione
posizionale e lo zero (India)
Fu probabilmente un indiano a concepire
l'idea dello zero e a definirne il nome e il simbolo.
"L'inventore dello zero doveva essere, con ogni probabilità
un uomo per il quale il nulla aveva un profondo senso
religioso. ..Non poteva essere la razionalità dei greci né
il senso pratico dei romani a concepire questo numero che
indica il
nulla."(2) |
Sistema
posizionale e algebra (Arabia)
Nel VII secolo l'impero arabo si estese
dall'India al Marocco e ci fu una espansione culturale.
Furono tradotti molti testi antichi provenienti da diversi
Paesi e questo richiese molti e competenti traduttori. E' in
uno di questi manoscritti che viene ritrovato un sistema di
numerazione indiano che viene diffuso dagli arabi.
L'arabo al-Khuwarizmi capì che i numeri
indiani avevano una grande potenzialità sul calcolo e adottò questo sistema.
Fu l'inventore di un linguaggio nuovo, l'algebra, una disciplina matematica
separata e indipendente. Una espressione algebrica può
infatti riferirsi a un numero o a una grandezza geometrica e
le successive e reciproche applicazioni dell'algebra,
all'aritmetica e alla geometria, aprirono la strada a
nuovi capitoli della matematica |
Un simbolo: l' UGUALE
“Robert
Reconde era chino su un foglio....Dopo
aver preso una decisione, immerse risoluto la penna nel
calamaio e disegnò un piccolo tratto orizzontale. Proprio al
di sotto, appose con diligenza un secondo tratto della
stessa lunghezza, rigorosamente parallelo al precedente….”
(Teorema del pappagallo di D.Guedj)
Lascia gli studenti molto sorpresi apprendere che il simbolo
di "= " è stato scritto per la prima volta nel XVI secolo a
2000 anni di distanza da Pitagora. Sorgono allora spontanee
molte domande: come veniva indicato il simbolo prima di
allora? e il
simbolo di maggiore e minore? E i segni delle 4 operazioni?
Per avere risposte si può consultare il testo “Matematica e cultura 2008”
di Michele Emmer
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1Il
G.Terregino "Lo zero nella storia delle civiltà"
2 J.
Ritter "I primi numeri" |
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