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Alla ricerca di indizi
 
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8. Risultati della valutazione in Italia


Docenti che hanno realizzato la sperimentazione:

Angela Balestra, Oriella Cima, Donatella Goldoni, Anna Minia

Classi in cui è stata effettuata la sperimentazione:

Ferarra: una classe seconda
Vigarano Mainarda: una classe prima
Mirabello: due classi terze
Bondeno: una classe terza

Programmazione dell’attività

Il percorso Alla ricerca di indizi è stato presentato nel mese di maggio ai docenti che hanno collaborato al percorso Le simmetrie. I docenti che insegnano esclusivamente matematica non hanno aderito al progetto.
Durante questo primo incontro sono stati messi in evidenza gli obiettivi, i mezzi, gli strumenti, ma soprattutto la metodologia che è apparsa subito molto interessante perchè mirata a promuovere l’autonomia e il senso di responsabilità degli alunni.

I docenti hanno presentato all’inizio dell’anno scolastico, il progetto al proprio Collegio Docenti che, approvandolo, ne ha confermato la validità didattica e formativa.
Sono poi intercorsi alcuni contatti fra la prof Balestra, che ha realizzato per prima la sperimentazione, e le altre colleghe. Questi incontri hanno avuto lo scopo di chiarire dubbi, prevenire difficoltà, scambiare opinioni, condividere la valutazione complessiva dell’esperienza.

Attuazione della prima fase: le 10 “stazioni”

1. Analisi dei diversi tipi di inchiostro

Tutto si è svolto regolarmente, senza difficoltà alcuna. Pochissimi alunni si sono accorti della mancanza della scrittura del numero in lettere sull’assegno.
Possibile integrazione per una classe di scuola media:
- la cromatografia della clorofilla usando come solvente l’alcol etilico
- il fenomeno della capillarità che si collega anche con fisica e scienze della vita

2. Rendere visibili le impronte digitali

E’ successo che i ragazzi abbiano toccato il vetrino (nonostante le raccomandazioni contenute nella scheda relativa all’uso del microscopio) lasciando quindi diverse impronte; Si consiglia pertanto l’uso dei guanti
La scheda aggiuntiva che spiegava l’importanza delle impronte digitali ha incuriosito e interessato tutti i ragazzi.

3. Identificazione dei capelli
Alcune classi, non disponendo di un laboratorio attrezzato, hanno avuto difficoltà nel riconoscere i vari tipi di peli. Probabilmente per realizzare questa esperienza serve una dimestichezza nell’uso del microscopio che mancava soprattutto ai ragazzi della scuola di Vigarano.

4. L’evaporazione dei liquidi
Geniale l’uso dela gabbia del tappo come il treppiede!
Possibile integrazione per una classe di scuola media:
Matematica: il calcolo della concentrazione di un soluto, di conseguenza lo studio delle proporzioni e delle percentuali.

5. Il riscaldamento delle sostanze
E’ stato utilizzato un fornello ad alcool invece del becco Bunsen che in molte scuole è proibito.
Non ci sono stati problemi nell’esecuzione di questa esperienza.

6. Individuazione degli acidi
Anche questa esperienza è stata di grande effetto Di solito il riconoscimento di sostanze acide o basiche viene effettuato con la cartina al tornasole, ma questo metodo è decisamente da preferire, almeno nella fase iniziale dello studio del Ph.

7. Il recupero dei metalli
Sono stati preparati alcuni miscugli omogenei ed eterogenei per verificare quanto descritto nella tabella relativa ai vari processi di separazione. Un docente ha invece richiesto agli studenti di riportare un esempio per ogni tipo di miscuglio.
Anche in questa esperienza si potrebbero effettuare misure di volume o di peso per consolidare conoscenze e acquisire abilità relative alla misura.

Si consiglia di collegare le varie esperienze di separazione con il metodo usato nella prima esperienza (cromatografia)

8. Il riconoscimento dei cristalli
I cristalli sia di sale che di zucchero sono stati riconosciuti senza difficoltà e nei tempi indicati

9. Decifrare i messaggi segreti
Anche queste esperienze hanno riscosso molto successo.
Occorre ricordarsi di tradurre anche il messaggio cifrato (messaggio n°3) : la prima classe che ha sperimentato il percorso si è ritrovata con un messaggio davvero indecifrabile!
10. Determinare la densità
I docenti hanno verificato che il concetto di densità, con questa esperienza, sia stato ben compreso dai ragazzi.

Poichè l’argomento relativo alla spinta di Archiemde viene svolto di solito nella classe terza i docenti di queste classi hanno pensato di cogliere questa occasione per proporre agli studenti ulteriori esperienze, relative a questo tema.
Alcuni esempi:
- a parità di volume alcuni oggetti affondano altri galleggiano (analogia con l’esperienza precedente: le provette hanno diversa densità)
- liquidi con densità diverse (miele, acqua, olio e alcool ) si dispongono a strati, verificare ciò che succede quando si immergono particolari oggetti con densità diverse ( polistirolo, plastilina, cera, plastica).



Le riflessioni dei ragazzi nella fase intermedia

Questo momento è servito per socializzare i risultati e ricevere le impressioni dei ragazzi che sono stati coinvolti in un’esperienza nuova, una modalità di lavoro che li ha visti protagonisti autonomi e dell’attività didattica. Si allegano le risposte dei questionari che confermano l’entusiasmo con il quale è stata accolta questa proposta didattica e l’ottima acquisizione dei metodi di indagine Anche gli alunni in difficoltà di apprendimento hanno partecipato con impegno e interesse alle esperienze proposte.

Il giallo

C’è stato un pò di confusione nella fase preparatoria: occorre infatti che l’insegnante prepari
- tanti indizi quanti sono i gruppi
- un numero di fotocopie della cartella investigativa con gli eventi sospettosi pari al triplo dei gruppi ecc...

Le difficoltà che si sono manifestate in questa fase sono state soprattutto causate dall’irruenza degli studenti che l’hanno vissuta come una competizione.

Conclusioni

- Molto positiva la valutazione del progetto nel suo insieme
- Non si sono evidenziate sostanziali differenze fra i risultati ottenuti nelle diverse classi per quanto riguarda l’acquisizione delle conoscenze. Si può rilevare invece che gli studenti di prima media hanno vissuto l’esperienza probabilmente con maggiore entusiasmo e senso di meraviglia, mentre gli alunni delle classi terze, abituati ad uno studio prevalentemente teorico, hanno invitato gli insegnanti a proseguire la trattazione dei temi di scienze con questa modalità.
- Interesse da parte di alcuni docenti a conoscere i riferimenti teorici su cui si basa questa metodologia dell’ e ad approfondirne i vari aspetti.
- Nell’ultimo incontro si è discusso molto sugli aspetti positivi di questa esperienza, inserendo il confronto in un contesto più ampio, allargandolo alle problematiche che investono oggi la scuola: problemi di comportamento, mancanza di motivazione, difficoltà da parte dei ragazzi e delle loro famiglie ad assumersi responsabilità ed infine, ma non per importanza, la mancanza di punti di riferimento ministeriali. Tutti noi siamo convinti che questo progetto rappresenta una concreta proposta di lavoro che risponde in modo concreto al bisogno di insegnare le scienze in modo sperimentale, favorendo così il collegamento fra attività laboratoriale ed elaborazione teorica, tra le mani ed il cervello.
- Tutti i docenti sono stati concordi nel valutare positivamente la coerenza tra obiettivi e metodi. Le 10 stazioni prima e la risoluzione del giallo poi, hanno davvero indotto i ragazzi ad organizzarsi autonomamente e ad assumere comportamneti responsabili che hanno favorito il successo del progetto.
- La preparazione del materiale necessario per realizzare le varie esperienze ha richiesto un notevole impegno orario da parte dei docenti, anche perchè nelle nostre scuole mancano spesso le attrezzature e non è prevista la presenza del tecnico di laboratorio. Nella scuola di Vigarano i docenti hanno potuto contare sulla collaborazione fattiva del personale ausiliario (bidella)