La Rivoluzione cartografica del Rinascimento

 

 

Il sec. XV vide una rivoluzione della cartografia in Europa. Il primo importante passo fu compiuto con la traduzione in latino della Geografia di Tolomeo, iniziata da Manuel Chrysoloras e completata nel 1410 da Jacopo Angeli da Scarperia (figura a fianco). La spinta principale a migliorare la cartografia venne dalle scoperte di nuove terre fatte da esploratori portoghesi del XV secolo. Il fratello Mauro, un monaco di Murano (Venezia), godette di una eccellente fama di cartografo nella metà del XV secolo. Aggiunse le nuove scoperte alle sue carte ma non apportò miglioramenti alla scienza della cartografia. Nel sec. XV apparvero anche i primi mezzi di divulgazione delle carte con l'invenzione del torchio tipografico intorno alla metà del secolo. La prima versione stampata della Geografia di Tolomeo comparve nel 1475 nella traduzione latina sopra citata. Questa edizione conteneva soltanto il testo e non le carte. La data della prima edizione contenente le carte ancora non è certa, ma potrebbe essere quella stampata a Roma nel 1478 che presentava 27 carte. Molte edizioni stampate contenenti le carte si susseguirono e le terre recentemente scoperte venivano presto incluse. Nuove carte venivamo aggiunte alle varie edizioni per includere più accurate e dettagliate informazioni sull’Europa. Degna di nota è l'edizione di Firenze del 1480 che conteneva nuove carte di Francia, Italia, Spagna e Palestina. La prima stampa a mostrare il Nuovo Mondo fu edita a Roma nel 1475 e pubblicata nel 1508 con 34 carte. L'edizione che molti considerano come il primo atlante moderno (anche se il termine "atlante" non venne usato fino a che Gerardo Mercatore non lo coniò intorno 1578) venne pubblicata a Strasburgo nel 1513 con 27 carte del mondo antico e 20 carte basate sulle nuove conoscenze. Venne prodotta da Martin Waldseemüller (1470-1518?) che fece una chiara distinzione fra le due parti:

‹‹Abbiamo confinato la Geografia di Tolomeo alla prima parte dell’opera, affinché la sua antichità potesse rimanere intatta e separata dal resto.››

La scienza araba continuava a fiorire, ora di pari passo alla scienza europea, e la geografia matematica vide importanti sviluppi con Tuhfat Al-fuhul fi tamhid Al-usul di Sulayman Al-Mahri ed il suo commento Kitab sarh scritto all’inizio del XVI secolo. Al-Mahri usava le osservazioni astronomiche sull'altezza delle stelle per determinare la differenza di latitudine fra due località. I metodi trigonometrici permettevano di calcolare le differenze di longitudine. Inoltre riusciva a compensare gli errori causati dalle scorciatoie nei suoi calcoli matematici o dovuti a dati inesatti. Fu proprio il sec. XVI a vedere in Europa i primi consistenti miglioramenti matematici in cartografia anche se Regiomontano (1436-1476) aveva aperto la strada in tal senso già verso la fine del sec. XV. Egli aveva infatti messo a punto un nuovo torchio topografico a Norimberga nel 1472 e aveva annunciato la sua intenzione di pubblicare carte geografiche e libri, compresa la Geografia di Tolomeo.

Un allievo di Regiomontano di Norimberga fu Johann Werner (1468-1522). Sebbene fosse esperto nella costruzione di strumentazioni astronomiche, mostrò poco talento in lavori più teorici. L’opera più famosa di Werner è una collezione del 1514 , In Hoc Opere Haec Cotinentur Nova Translatio Primi Libri Geographiae Cl. Ptolomaei, che contiene i lavori di Werner sulla geografia matematica. Concittadino di Werner a Norimberga fu Albrecht Dürer (1471-1528) che da ragazzo visitò il laboratorio topografico di Regiomontano. Rimase affascinato dall’idea di proiettare una sfera su un piano e da come la Terra potesse sembrare se osservata dal cielo. Impiegò le sue idee sulla prospettiva nella cartografia (Underweysung der messung, Norimberga 1525) ed in particolare nel 1515 collaborò con Johann Stabius nella costruzione di mappamondi.

Un pioniere nella creazione di strumenti geografici e astronomici fu Apiano (1495-1552). Studiò la teoria cartografica di Werner, al quale fu sempre molto riconoscente per quanto gli aveva insegnato. Apiano cominciò la sua carriera di pubblicazioni col produrre la carta Typus orbis universalis, che faceva riferimento ad una mappa terrestre di Martin Waldseemüller dell'inizio del 1520. In generale le mappe di Apiano erano ben fatte, ma seguivano il metodo di Tolomeo ovunque fosse possibile e denotavano quindi una mancanza di spirito innovativo. La sua pubblicazione del 1524 Cosmographia seu descriptio totis orbis era basata in gran parte sull’opera di Tolomeo. Forniva un'introduzione all’astronomia, la geografia, la cartografia, la misurazione topografica, la navigazione, il tempo e il clima, la forma della Terra, le proiezioni cartografiche e gli strumenti matematici. Nella sua Cosmographia, Apiano suggeriva l’uso delle distanze lunari per misurare la longitudine; in un’opera successiva, l’Astronomicon Caesareum (1540) , richiamava all’uso delle eclissi solari per tale proposito.

Gemma Frisius (1508-1555) fu un altro matematico che diede contributi significativi alla cartografia in  particolare con la sua proposta all'uso della triangolazione (figura a fianco) come metodo di individuazione esatta delle località geografiche. Le posizioni venivano individuate come punti di intersezione di due linee e, come Frisius precisò, era necessaria solo la misura esatta di una distanza reale per fissare la scala.

Della seconda metà del ‘700 sono le edizioni latine del Planisphaerium e dell’Analemma di Tolomeo ad opera di Federico Commandino. Il testo greco del Planisphaerium era andato perduto. Commandino utilizzò una traduzione latina dell’arabo fatta a Tolosa nel 1144. L’opera fu stampata a Basilea nel 1536 e pubblicata a Venezia nel 1558. L’edizione latina dell’Analemma, da un manoscritto di Commandino, fu stampata a Roma nel 1562. Oltre ai commentari alle opere di Tolomeo, Commandino aggiunse un saggio sulle meridiane. Guidobaldo Del Monte, che fu allievo di Commandino ad Urbino, pubblicò nel 1579 la Planisphaeriorum universalium theorica e nel 1609 i Problematum astronomicorum libri septem.

L'atlante più popolare del tempo fu quello di Ortelius e la sua importanza nella storia della cartografia è dovuta al fatto che Ortelius, nel Catalogus cartographorum del Theatrum, cita 87 autori ai quali lui fece riferimento per le sue carte. Molto di ciò che oggi conosciamo sui cartografi minori del XV e XVI secolo deriva da questo catalogo. L’atlante di Ortelius comparve alcuni anni prima dell'atlante di Mercatore e molti sostengono che Mercatore lo pubblicò in ritardo per lasciare la precedenza al suo più giovane amico. Ciò, tuttavia, sembra poco veritiero ed è molto più probabile che il ritardo dell’ormai anziano Mercatore fosse dovuto ai problemi di salute che dal 1570 lo affliggevano.

 

 

 

 Esempio di triangolazione

di Gemma Frisius