A.G.a.Fe (Algebraic Geometry at Ferrara)


 

Jacobi  e il “Fundamenta Nova Theoriae functionum ellipticarum”

 

 

 

Contemporaneamente e indipendentemente da Abel, lo studio delle “funzioni ellittiche” fu anche oggetto delle ricerche di Carl Gustav Jacob Jacobi. Nel 1827, quasi contemporaneamente all’uscita sul giornale del Crelle della prima parte della memoria di Abel Recherches sur les fonctions elliptiques, Jacobi pubblicò la nota Estraits de deux lettres a Shoumacher nella quale considerò il problema dell’inversione degli integrali ellittici (nelle notazioni di Legendre) e comunica, senza fornire la dimostrazione, un nuovo risultato sulla trasformazione di questi integrali. La dimostrazione apparirà poco dopo in Demostratio theorematis ad theoriam functionam ellipticarum spectantis [Astronomische Nachrichten, n. 127, 1827], probabilmente Jacobi ebbe l’idea della dimostrazione dopo la lettura della prima parte della memoria abeliana. Abel rimase contrariato da questo fatto e subito si affrettò a pubblicare Solution d’un problème général concernat la trasformation des foctions élliptiques [Astronomische Nachrichten n. 138, 1828]. Nel 1829, lo stesso anno della morte di Abel, Jacobi pubblicò la sua memoria più importante sulle funzioni ellittiche Fondamenta nova functionum ellipticarum. Per questa sua opera, Jacobi divide con Abel la gloria di aver fondato la teoria delle funzioni ellittiche.

Jacobi, come Abel, partì dagli integrali di primo tipo scegliendo però la forma canonica trigonometrica di Legendre

 

ove k, 0 <k< 1, è il modulo. Jacobi chiama φ amplitudine e pone φ= amu per denotare la funzione φ di u definita dalla (1); definisce poi le funzioni ellittiche

sinamu, inversa dell’integrale,

 

Questa notazione fu abbreviata da Christoph Gudermann (1798–1851) in Theorie der Modular-Functionen und der Modular-Integrale (p. 14–15) che denotò le tre funzioni con snu, cnu, dnu rispettivamente. L’estensione delle funzioni al campo complesso è ottenuta da Jacobi mediante il cambiamento di variabile sinamu = itanamv. Il teorema di addizione, la doppia periodicità, gli zeri e i poli furono determinati da Jacobi seguendo una strada simile a quella seguita da Abel. In particolare i periodi di snu sono 4K e 2iK’ dove

 

 

Per rappresentare le funzioni ellittiche come quoziente di funzioni intere, Jacobi introdusse le funzioni ausiliari H(u) e Θ(u), dette poi “funzioni theta”.

Mediante queste funzioni Jacobi fu in grado di scrivere le seguenti formule:

 

Successivamente nel corso delle sue lezioni, Jacobi mutò l’intero ordine della trattazione e prese la funzione Θ come punto di partenza e che definì come serie di funzioni ovunque convergenti. L’uso di queste funzioni intere H e Θ fu un importante passo avanti, non solo per lo sviluppo della teoria, prima con Liouville e poi con Weierstrass, ma anche e soprattutto, in vista del futuro sviluppo della teoria degli integrali abeliani.

 


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Progetto: Andrea Del Centina

Realizzazione: Francesca Braga