A.G.a.Fe (Algebraic Geometry at Ferrara)


Liouville e le funzioni meromorfe doppiamente periodiche

 

Abel in Recherces sur les fonction elliptiques, scoprì la doppia periodicità della funzione φ(z) inversa dell’integrale ellittico di prima specie e Joseph Liouville riconobbe nella doppia periodicità una proprietà atta a caratterizzare una classe di funzioni meromorfe più ampia di quelle introdotte da Abel. Nell’importante memoria De functionibus duarum variabilium quadrupliciter… Jacobi aveva già mostrato che una funzione meromorfa non può avere più di due periodi indipendenti sui reali.

Nel 1844, Liouville, in una sua comunicazione all’Accademia delle Scienze di Parigi, mostrò come sviluppare una completa teoria delle funzioni doppiamente periodiche (quelle che oggi sono chiamate funzioni ellittiche), fornendo una serie di teoremi generali. Un importante passo in avanti nella diffusione della teoria secondo Liouville si ebbe nel 1847, quando egli tenne a Parigi un corso di lezioni al quale parteciparono studiosi di tutta Europa. In queste lezioni, oltre a dimostrare i risultati che vedremo più avanti (senza far uso della teoria di Cauchy, ma piuttosto utilizzando la serie di Fourier), Liouville usò implicitamente il concetto di “ordine”,  che fu introdotto formalmente da Weierstrass molti anni dopo.  Le note del corso di Liouville furono publlicate a cura di C. W. Borchardt: Leçon sur les fonctions doublement périodiques faites en 1847 par M. J. Liouville [Journal für die Reinew und Angewandte Mathematik, 88 (1880)].

Liouville iniziò ad interessarsi di integrali ellittici nei primi anni del 1830. Nella memoria Sur les trascendantes elliptiques de première et de seconde espèce, considerée comme fonctions de leur amplitude [J. Éc. Polyt. 14 (1834) 273287], Liouville aveva dimostrato l’impossibilità di integrare in termini finiti (cioè elementarmente) gli integrali ellittici di primo e secondo tipo. Negli anni seguenti, queste ricerche, condotte nell’ottica dei risultati di Legendre, indussero Liouville a leggere le opere di Abel e di Jacobi. In particolare egli venne a conoscenza della doppia periodicità delle funzioni inverse degli integrali ellittici di primo tipo. In un suo quaderno di appunti, in data 1 Agosto 1844, Liouville annotò quanto segue:

 

Mr Hermite voudrait, dit-il, tirer du developpement d’une fonction f(x) en série de sinus et de cosinus la preuve de l’impossibilité de l’existence de deux périodes réelles et incommensurable entr’elles d’une fonction f(x) d’une variable. Rien ne me semble plus simple  [Bibliothèque de l’Institut, MS 3617 (5) p. 76v].

 

Ricordiamo che Jacobi aveva già provato questo risultato nella forma: se una funzione non costante ha due periodi essi sono necessariamente indipendenti sui reali. L’idea di Charles Hermite, allora giovane studente, era quella di darne una dimostrazione diversa utilizzando le serie trigonometriche. Supponiamo, in accordo con Liouville, che f abbia due periodi  α, β nei reali. Allora, rispetto ad α, f ammette il seguente sviluppo in serie

 

 

dunque, per la periodicità rispetto a β , si ha:

 

Allora, per i>0, dobbiamo avere:

Dunque

Eseguendo i quadrati e sommando si ha:

.

 

Il secondo fattore è zero se 2iπβ/α = 2mπ, ma se Q ciò accade solo se i = m = 0. Dunque deve essere Ai = Bi = 0, ossia f(x) = A0. Nello stesso manoscritto, subito dopo, Liouville aggiunse:

si φ(x)/ ψ(x) conserve les deux périodes  et , et ne deviént jamais infinite pour x réelle ou imaginaire il ne pourrà être qu’une simple constante.  Le devéloppement en série de sinus et cosinus le prouve.

 

Se φ(x)/ ψ(x) mantiene i due periodi 2ω e , e non viene mai infinito per x reale o immaginario non potrà essere che una semplice costante. Lo sviluppo in serie di seno e coseno lo provano.

 

È probabile dunque che Liouville abbia scoperto il suo famoso teorema: una funzione meromorfa doppiamente periodica priva di poli si riduce ad una costante, estendendo le argomentazioni precedenti al caso in cui il secondo periodo β è immaginario.

Liouville passò poi ad applicare il principio precedente, “le notre principe genéral” come lui lo chiamava, per sviluppare una teoria delle funzioni doppiamente periodiche. Ben presto ottenne una dimostrazione del teorema fondamentale dell’algebra:

 

Il est bien singulier que notre principe genéral par les fonctions à double période prouvà que toute eq.on algé briques a une racine; car si

 

ne devenant pas infinie, il en serait de même (y(x) etant la fonction elliptique inverse de 1er espèce) de

 

 

 

par suire cette dernière quantité se réducerait à un simple constante ce qui est absurde.

 

E’ sorprendente che il nostro principio generale per le funzioni a doppia periodicità conduca alla dimostrazione del fatto che ogni equazione

algebrica ha una radice ; se

 

Non diviene mai infinito, lo stesso sarà (essendo y(x) la funzione ellittica inversa di prima specie) di

 

Di conseguenza anche quest’ultima quantità si ridurrà ad una semplice costante che è assurdo.

 

Come abbiamo già osservato in precedenza, nel 1847, Liouville tenne alla Sorbona un corso di lezioni private al quale partecipò il giovane matematico tedesco C.W. Borchard. Dalle note del corso, raccolte da quest’ultimo, si evince a quale grado di sviluppo Liouville avesse condotto la teoria.

Siano infatti ω1, ω2  due numeri complessi linearmente indipendenti sui reali. Denotiamo con Г il reticolo generato da ω1, ω2 ossia

.

Ogni funzione meromorfa f in C tale che  è detta funzione ellittica rispetto a Г. Denotiamo con E(Г), l’insieme delle funzioni ellittiche rispetto a Г e poniamo .

I risultati principali di Liouville si possono oggi enunciare come segue:

Teorema I Sia  e sia Pa un parallelogramma tale che  non contiene poli di f. Allora .

Supporremo nel seguito che data ,   non contenga poli di f.

Teorema II Una funzione , non costante ha in Pa  lo stesso numero di zeri e di poli (contando le molteplicità). In particolare f(z) assume in Pa ogni valore complesso lo stesso numero di volte.

Teorema III Sia  non costante, siano a1 ,…., as e b1 …., bt  rispettivamente gli zeri ed i poli di f in Pa , m1 ,…, ms ed n1 ,…, nt  loro molteplicità. Allora:

 

È bene notare che Liouville non ottenne questi risultati utilizzando il calcolo integrale sviluppato da Cauchy, ma piuttosto le serie di Fourier. Egli dimostrò anche che ogni funzione doppiamente periodica di periodi ω1 e ω2 si può sempre esprimere come funzione razionale di una funzione doppiamente periodica φ (x), con i medesimi periodi e di ordine due e della sua derivata φ'(x). Liouville ottenne anche nuove dimostrazioni, più semplici e dirette, di vari risultati di Abel e Jacobi riguardanti il problema della divisione.

 


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