Graffite babilonese |
Notizie recenti informano del
rinvenimento di reperti archeologici, aventi importanza anche
cartografica. Citiamo le seguenti due scoperte. La prima è relativa
alla cosiddetta «Pietra di Jebel Amud», complesso di rilievi situato
nella Giordania meridionale. La superficie del masso (cm 280 x 170),
incisa con l'antica tecnica della martellina, è ricoperta da una
fitta rete di coppelle, collegate da una complicata rete di
canalini. Gli studiosi fanno risalire le incisioni al periodo
neolitico e, da confronti con le carte topografiche, avvalorano
l'ipotesi che si tratti di una mappa, eseguita da persone
competenti, che ben conoscevano il territorio rappresentato. Le
coppelle raffigurano i luoghi abitati e i canalini i percorsi. La
seconda riguarda la scoperta di un antichissimo graffito rinvenuto a
Mezin (Ucraina), sul quale sono incise diverse immagini che, a
parere degli esperti, rappresenterebbero un accampamento e il fiume
che scorre nei pressi. Se l'interpretazione è vera, si tratta del
più antico reperto cartografico conosciuto, in quanto risale a circa
15.000 anni fa.
Le prime carte geografiche del mondo
riflettevano le credenze religiose sulla forma della Terra. Per
esempio mappe provenienti da Uruk e risalenti al 600 a.C.
circa, mostrano Babilonia e l’area circostante in forma stilizzata,
con Babilonia rappresentata attraverso un rettangolo ed il fiume
Eufrate con una linea verticale. La regione raffigurata era poi
circondata d’acqua, il che indica quale fosse l’immagine religiosa
del mondo nella quale credevano i Babilonesi.
|