Simmetria bilaterale
Simmetria radiale
Simmetria di traslazione
Glisso-riflessione
Altre figure, come ad esempio quelle delle carte da parati, hanno più simmetrie combinate tra loro. Ad esempio la figura seguente ha due simmetrie di traslazione tra loro indipendenti:
Con Isom(E) indicheremo il gruppo delle isometrie del piano E.
possiamo suddividere le isometrie in 2 classi generali: le isometrie pari e quelle dispari. Le prime sono quelle che preservano l'orientamento, mentre le seconde sono quelle che lo invertono. Possiamo usare questa partizione di Isom(E) per definire un omomorfismo
All'interno di queste 2 classi poi, possiamo dare una classificazione più fine:
Un'isometria pari del piano è o una rotazione, cioè una rotazione di angolo z attorno a qualche punto, o una traslazione, vale a dire un movimento parallelo del piano di vettore a. Un'isometrie dispari è invece un glisso-riflessione, vale a dire un'isometria ottenuta da una riflessione, di retta k, seguita da una traslazione t di vettore parallelo a k. Nel caso in cui t = Id, si parla semplicemente di rilfessione. |
Identifichiamo E con lo spazio R2 dei vettori colonna, scegliendo un sistema di coordinate. Come generatori del gruppo delle isometrie di R2 prendiamo le traslazioni, le rotazioni con centro nell'origine e la riflessione fatta rispetto l'asse x1 (cioè l'asse delle ordinate):
Le rotazioni vz e la riflessione r fissano l'orignine, sono quindi operatori ortogonali di R2, cioè vz,r appartengono a O(R2).
Ovviamente ta, vz e r non sono tutti gli elementi di Isom(R2), per esempio non ci sono rotazioni attorno ad un punto che non sia l'origine o riflessioni rispetto altre rette che non siano l'asse delle ascisse. Tuttavia essi generano il gruppo: ogni elemento di Isom(R2) è prodotto di tali elementi. Un'isometria s può essere ottenuta componendo gli elementi base:
Un'isometria dello spazio euclideo E è una affinità. Più precisamente se s: E --> E è un'isometria, allora s = ta P, dove P è un'isometria vettoriale (appartiene a O(E)) e ta è una traslazione di vettore a. |
La decomposizione s = ta P è unica P è detta Linearizzazione di s, e la indicheremo con s'.
La linearizzazione induce un'applicazione
Sia G un gruppo arbitrario di isometrie di E, l'insieme
forma un sottogruppo additivo di E detto gruppo dei vettori di traslazione di G. Restringiamo l'applicazione f a G, l'immagine di G tramite linearizzazione la indicheremo con G' ed è detta point-group di G.
Questi gruppi formano una successione esatta:
Un sottogruppo G di Isom(E) è detto cristallografico se il gruppo L(G) dei vettori di traslazione di G è un reticolo in E, cioè se L(G) è generato da due vettori linearmente indipendenti. |
Analizziamo ora Isom(R2) e due suoi sottogruppi, uno è O(R2), il gruppo degli operatori ortogonali, l'altro è il gruppo delle traslazioni, che indicheremo con T. Scegliendo un sistema di coordinate in R2 abbiamo la corrispondente corrispondenza biunivoca:
ha come nucleo il gruppo T. Quindi T è un sottogruppo normale di Isom(R2) ed è possibile definire un omomorfismo da Isom(R2) in T.
Gli elementi di O(R2) sono operatori lineari. Dopo aver scelto un sistema di coordinate possiamo associare ad un elemento s di O(R2) la sua matrice. Facendo questo otteniamo un isomorfismo tra O2 e O(R2), dove ovviamente O2 è il gruppo delle matrici ortogonali 2x2 in O(R2).
Si possono dimostrare i seguenti lemmi.
Le isometrie vettoriali di G' conservano il reticolo L, cioè per ogni g di G' è g(L) = L. | |
Un gruppo, G', di isometrie vettoriali che lascia fisso un reticolo è finito. |
Queste osservazioni ci portano a dimostrare la seguente proposizione.
Un sottogruppo cristallografico G di Isom(R2) è discreto. |
Infatti, se un sottogruppo G di Isom(R2) ha un sottogruppo T di indici finiti in G, che è discreto, allora il gruppo G stesso è discreto: semplicemente osserviamo che G è unione di un numero finito di gT, con g elemento di G. Per un gruppo cristallografico questo discorso si applica al sottogruppo delle traslazioni T.
Il point-group G' è isomorfo a G/T. Sappiamo che G' è finito, quindi possiede un numero finito di elementi (g1,...,gn). Quindi possiamo scrivere G come unione disgiunta degli elementi giT con i = 1,...,n.
Essendo i giT discreti e essendo in numero finito, anche G è discreto.
G', sottogruppo finito del gruppo O(R2), è uno dei seguenti gruppi:
|
La restrizione cristallografica limite le possibilità per n ai casi
Gruppi cristallografici in dimensione due sono ad esempio i gruppi delle simmetrie di disegni come quelli delle carte da parati (in questo caso si parla di wallpaper-groups) e i gruppi delle simmetrie dei cristalli bidimensionali.
Il fatto che una figura si ripeta in due diverse direzioni si riflette nel fatto che il suo gruppo di simmetria contiene due traslazioni fra loro indipendenti; ciò mostra che L(G) è un reticolo. Ma esso può anche contenere altri elementi, (rotazioni, riflessioni, glisso-riflessioni), ma la restrizione cristallografica limita le possibilità e ci permette di classificare i gruppi cristallografici bidimensionali in 17 tipi.
Prima di classificare i gruppi cristallorafici, daremo una classificazione dei reticoli. Essi si possono suddividere in 5 classi in base alla forma del parallelogrammo di base formato dai due vettori che generano il reticolo, a e b. A meno di rimpiazzare b con -b possiamo supporre che
Apparentemente sembra che abbiamo trascurato il caso:
Qui il parallelogrammo di base sarebbe stato un rombo. Le diagonali del rombo si incontrano formando angoli retti, quindi abbiamo ancora una volta una struttura rettangolare centrata i cui rettangoli hanno come base i vettori a - b e a + b.
Notazioni Ogni gruppo cristallografico in dimensione 2 ("wallpaper group"), viene indicato con un nome che ha una simbologia internazionale che sfrutta i caratteri p, c, m, g
Dall'analisi dei reticoli e dei point-groups, si arriva a dimostrare che i gruppi cristallografici del piano si possono classificare in sole 17 gruppi.
![]() |
![]() |
![]() |