ProbleMATEMATICAmente - Maggio 2001
Soluzione proposta da Daniele Urzì, classe III B, liceo scientifico "G.Galilei" (Catania)
COMMENTO:
Il messaggio di Daniele Urzì conteneva alcune considerazioni che ci sembra importante riportare prima di proporre la sua soluzione:
"... la parte inversa è quella che mi ha creato maggiori difficoltà. Infatti in nessun modo riuscivo a dimostrare la seconda parte considerando valida la proprietà per un solo punto P. Poi ho capito che questo dipendeva dal fatto che esistono infiniti triangoli ABC non equilateri per i quali la proprietà è vera per un punto P del loro circocerchio e solo supponendo che essa sia valida per almeno due punti P il triangolo ABC è equilatero. Io mi sono limitato a costruire uno di quei triangoli non equilateri, forse sarebbe stato meglio dimostrare se, dato un triangolo ABC e la circonferenza a esso circoscritta, esiste sempre un punto P dell'arco AB tale che PA + PB = PC. Ma questo è il testo di un nuovo problema..."
La soluzione proposta:
Sia Q un punto di PC tale che PQ=PA (fig.1). Il triangolo isoscele APQ è anche equilatero perché langolo APC misura 60° essendo uguale allangolo ABC (insistono sulla stessa corda AC). Gli angoli ACP, ABP sono uguali perché insistono sulla stessa corda AP, mentre gli angoli AQC, APB sono uguali perché rispettivamente supplementari degli angoli di 60° AQP e ACB. Da queste considerazioni segue che i triangoli AQC e APB sono uguali, per cui è PB=CQ. E così dimostrato che PA+PB=PQ+CQ=PC, per qualunque punto P dellarco AB.
Osservazioni :
Adesso, dato un triangolo equilatero ABC e la circonferenza t di centro
O e raggio r ad esso circoscritta, sia P un punto dellarco AB diverso da A, da B e
dallaltro estremo del diametro passante per C (fig.2). Facendo centro in P e con
raggio uguale a PC si tracci una circonferenza v.
Essa è secante alla circonferenza t
perché la distanza dei centri è minore della somma dei raggi e maggiore della loro
differenza. Infatti, rispetto al triangolo PCO si hanno le relazioni PO<PC+r e
PO>PC-r. Le due circonferenze hanno così due punti C e C in comune: essi sono
distinti essendo t e v secanti, per cui il triangolo ABC non è equilatero, tuttavia
essendo PC=PC è vera la relazione PA+PB=PC.
Facendo variare P sullarco
AB si ottengono infiniti triangoli ABC non equilateri (se P coincide con
laltro estremo del diametro passante per C, t e v sono tangenti, per cui ABC
coincide con ABC; mentre se P coincide con A o con B , C coincide con B o con A e il
triangolo ABC degenera in un segmento).
In definitiva possiamo costruire infiniti
triangoli ABC non equilateri per i quali esiste un punto P dellarco AB del
circocerchio tale che PA+PB=PC. (1)
Invece, se la (1) è verificata per almeno due punti P distinti,
ABC è un triangolo equilatero. Lo dimostriamo: supponiamo che dati due punti P e
P dellarco AB del circocerchio di un qualsiasi triangolo ABC, sia PA+PB=PC e
PA+PB=PC. Siano Q e Q due punti rispettivamente di PC e PC
per i quali è PQ=PB e PQ=PB (fig.3).
I triangoli PQB e PBQ
hanno gli angoli QPB e QPB uguali perché insistono sulla stessa corda CB.
Siccome sono isosceli, anche gli angoli alla base sono uguali, quindi i due triangoli sono
simili: PB/PB=QB/QB (1).
Essendo QBP=QBP, gli angoli QBQ e
PBP sono uguali perché differenze di angoli uguali con lo stesso angolo PBQ e
per la (1) segue che i triangoli QBQ e PBP sono simili. Per cui è
QQB=PPB. E facile dimostrare che i triangoli CQQ e APP sono
uguali. Essendo gli angoli CQQ, APP uguali, segue CQB=APB=APB. Gli
angoli ACB, PQB sono uguali perché supplementari degli angoli rispettivamente
APB, CQB, uguali fra loro (ACB=PQB=PQB).
I triangoli CQB, APB sono
uguali (CQ=AP , PAB=PCB perché insistono sulla stessa corda PB, CQB=APB perché
supplementari di PQB=ACB). Da ciò AB=CB per cui BCA=CAB=QPB. Essendo PQB=QBP=ACB=CPB,
segue che il triangolo PQB è equilatero, quindi langolo CAB misura 60°. Il
triangolo ACB è isoscele, un angolo interno è di 60°, allora ACB è un triangolo
equilatero. Ed è ciò che volevamo dimostrare.