Filosofi in guerra



2.1 La disputa tra Newton e Leibniz (a cura di Matteo Reggiani)
La disputa tra Newton e Leibniz
All'origine della disputa tra Newton e Leibniz c'è la scoperta del calcolo differenziale: nel caso di Newton questa avviene nel biennio 1665-1666, durante il suo ritiro nel Lincolnshire a causa delle peste, mentre per Leibniz nel 1675.
Nel 1676 c'è il primo e unico scambio epistolare tra i due, che consiste in quattro lettere totali: questa corrispondenza è resa possibile dal segretario della Royal Society Henry Oldenburg. Non c'è alcuna forma di astio in queste lettere, anzi, prevale un forte rispetto reciproco. Si ricordano le due epistole di Newton, le cosiddette First and Second Letters, perché in esse vi è l'enunciato di vari risultati da lui raggiunti riguardo le serie e, in forma di anagramma indecifrabile, un accenno al metodo delle flussioni.
Passano gli anni e nel 1684 Leibniz si decide a pubblicare, attraverso un articolo sugli Acta Eruditorum, i suoi studi sul calcolo. La prima apparizione del metodo di Newton risale invece al 1693, all'interno dell'Algebra di John Wallis, anche se la trattazione è dell'autore del libro e non direttamente di Newton.
Tra il 1684 e il 1693 il calcolo leibniziano si diffonde in tutto il continente soprattutto grazie a Jakob e Johann Bernoulli, che subito lo comprendono e lo insegnano nelle loro scuole. In particolare Johann si avvicina a Leibniz e dedica gli anni successivi a difendere l'amico.
L'inizio della disputa si fa risalire al 1693, quando Fatio De Duillier, ammiratore e amico di Newton, si scaglia con violenza contro Leibniz, accusandolo di plagio. In realtà  Fatio non è tenuto in gran considerazione, quindi la sua polemica non suscita scompiglio.
è nel 1710 che le cose precipitano: fino ad ora i due grandi protagonisti non sono scesi in campo, e hanno in qualche modo disprezzato le reciproche difese dei loro sostenitori (Fatio da una parte e Johann Bernoulli dall'altra). Fondamentalmente né Newton né Leibniz sono interessati ad una guerra diretta, in quanto fino al 1710 nessuno dei due pensava di aver subito un torto.
Tuttavia proprio in quell'anno, John Keill, un fisico scozzese, scrive in un articolo pubblicato sulle Philosophical Transactions che il primo inventore del calcolo è Newton e che Leibniz lo ha plagiato cambiando nome e notazione al suo metodo. A questo punto il tedesco non può rimanere in silenzio e pretende delle scuse formali, protestando con la Royal Society.
Nel 1712 Newton, presidente della società , decide di nominare un comitato che studi a fondo la questione: dopo soli cinquanta giorni è pronto il verdetto, e questo è stato possibile solo perché è stato redatto da Newton stesso.
Tra il 1712 e il 1713 viene distribuito a varie persone il Commercium Epistolicum, ossia una lunga serie di documenti, incluso il resoconto del comitato, che dimostra che la priorità  cronologica della scoperta del calcolo è del matematico inglese, mentre Leibniz è solamente il secondo inventore (ritenuto comunque indipendente) e "i secondi inventori non hanno diritti", come ha affermato Newton. I documenti citati a favore della tesi sono tanti, ma tra tutti spicca la Second Letter.
Nel 1713 il fronte continentale risponde con la Charta Volans, un testo che mira a sminuire le competenze matematiche (di questa parte si è occupato Bernoulli) e le concezioni di filosofia naturale (cui si è dedicato Leibniz) di Newton. Col supporto di un errore di Newton rinvenuto da Johann Bernoulli riguardante le flussioni di ordine superiore, si afferma che lo scienziato inglese deve aver attinto al calcolo di Leibniz per elaborare il proprio, vista la sua scarsa abilità  nel maneggiarlo.
Fino al 1716 (anno della morte del matematico tedesco) la battaglia prosegue: fondamentalmente il fronte inglese vuole vedere riconosciuta la priorità  storica della scoperta, mentre il fronte continentale vuole demolire la teoria della gravitazione universale e difendere l'indipendenza dell'invenzione leibniziana. Neanche il decesso di uno dei protagonisti riesce a fermare la disputa, ne segna solo un progressivo indebolimento, fino a che non scema definitivamente negli anni venti del Settecento.
All'epoca, dunque, non ci fu un vincitore, e la storia ha stabilito che le due scoperte furono indipendenti. Cronologicamente il primo ad arrivare fu Newton, mentre il primo a pubblicare fu Leibniz. Nessuno dei due contendenti ne è uscito sconfitto, perché se da una parte il calcolo leibniziano con la sua notazione è quello che ancora oggi si usa, dall'altra quello newtoniano probabilmente non sarebbe mai stato conosciuto se non ci fosse stata la polemica.

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